Dopo aver festeggiato in serenità S. Marco anche a Borgomeduna, nei campi del rugby Pordenone in via Mantegna, vorrei qui ricordare l’altra ricorrenza civile che cade nello stesso giorno : la festa della Liberazione dalle dittature fascista e nazista avvenuta il 25 aprile del 1945. Una ricorrenza lontana nel tempo tanto da indurre qualcuno a pensare che forse la si potrebbe relegare tra le cose vecchie nella soffitta della storia.
A questi ricordo solo ciò che ha scritto primo Levi, sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz : tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo.
Ho perciò pensato per questo 25 aprile 2013 di proporre sul nostro blog la vicenda di un giovane di Borgomeduna, una vicenda locale ma che può riassumere il destino di molti giovani italiani messi davanti ad una guerra che da militare era diventata “civile”. Gli effetti giunsero fin dentro le famiglie dove i singoli membri potevano trovarsi schierati su fronti opposti.
Anche chi scelse di non schierarsi ne subì ugualmente le conseguenze. Proprio quando si pensa di poterla ignorare, la storia ci viene a cercare e sfidare fin dentro le nostre case e le nostre coscienze.
Ultimo, classe 1922 era stato educato nella propaganda fascista come tutti i giovani della sua età.
A vent’anni, nell’agosto del 1942 fu spedito a combattere in Russia con gli alpini. Sopravvissuto alla ritirata e rientrato a casa dopo l’8 settembre del 1943, nel marzo 1944 risultava come autista alle dipendenze delle FF.AA tedesche che governavano il “Littorale Adriatico”. Il movimento partigiano anche nel nostro territorio si stava ormai diffondendo ma il 27 novembre del 1944 a Pordenone veniva arrestato e fucilato dai nazi-fascisti il Maggiore Franco Martelli che ne era uno dei capi . Nel terribile inverno tra il 1944 e il 45 nel quale le attività militari alleate quasi si fermarono e i partigiani rifugiati in montagna rimasero senza rifornimenti , Ultimo si arruolò nella Milizia Difesa Territoriale corrispondente della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) della RSI. Nella primavera del 1945 le sorti della guerra si erano però capovolte e Ultimo decise di disertare dalla Milizia, forse per riprendersi finalmente la sua parte di libertà, rifugiandosi nei cunicoli scavati nel fienile della grande casa dei mezzadri di Galvani in Borgo Campagna.
In quella casa altri avevano trovato rifugio e la famiglia che l’abitava sapeva di correre grossi rischi come quella volta che una delle donne della famiglia, in cinta, si vide puntare la canna di un mitra tedesco sulla pancia.
Sebbene sconsigliato anche perché i giorni della sconfitta nazi-fascista sembravano ormai prossimi, Ultimo decise di abbandonare il nascondiglio consegnandosi all’autorità militare : due suoi fratelli, sposati e con figli, erano stati minacciati di deportazione in Germania se lui non si fosse presentato. Venne arruolato nelle brigate nere e destinato a Brugnera.
Purtroppo in ogni guerra tra la fine dei giorni del conflitto e l’inizio di quelli della pace si annidano i giorni della vendetta nei quali si consumano le ultime rappresaglie o si scatena la caccia al vinto. Ultimo venne catturato dai partigiani e la divisa che indossava divenne la sua condanna .
Fu fucilato pochi giorni prima del 25 aprile 1945. Va detto che sui fatti di Brugnera i partigiani dell’ANPI hanno sempre espresso la più profonda esecrazione .
Oggi il 25 aprile è una manifestazione pubblica, ufficiale, a cui partecipano le autorità civili,
militari e i superstiti combattenti partigiani. Ci sarebbe bisogno che vi partecipasse più popolo per continuare ad affermare l’ orgogliosa consapevolezza che il 25 aprile 1945 è stata la riconquistata libertà per tutti gli italiani, anche per quelli che l’avevano ferocemente negata o per quelli che come Ultimo, non hanno voluto, saputo o potuto farlo.
Buona Liberazione a tutti gli italiani.
Benvenuto Sist
25 aprile 2013