BORGO MEDUNA

foglio di quartiere

SpiazzaBorgo e’ una riflessione sviluppata nel quartiere, con il quartiere; una sperimentazione collettiva attivata tra diverse generazioni.

SpiazzaBorgo e’ un percorso, caratterizzato da incontri e confronti, il cui punto di partenza è il progetto Genius Loci: un’azione progettuale comune tra istituzioni (Ass6, Provincia, Comune e Cooperazione Sociale) e realtà
associative locali, il cui scopo è quello di concretizzare un’idea di comunità partecipe e attiva nell’incontro tra generazioni.

SpiazzaBorgo è uno spazio, fatto di carta e ora anche sotto forma di blog in internet, arricchito da pensieri prima condivisi poi scritti, che aspira ad essere di tutti attraverso l’interazione occasionale, il passaparola spontaneo e l’impegno di un intero quartiere.

Se volete partecipare scrivete ogni vostra impressione, anedotto, articolo, pensiero e impressione cliccando sotto i post alla voce "commento" o inviando liberamente i vostri scitti a : fogliodiquartiere@gmail.com

se volete scaricare liberamente una copia
del giornale in formato pdf cliccate questo link fogliodiquartiere.pdf n°2

NOVITà : DA OGGI ANCHE SU FACEBOOK A QUESTO LINK https://www.facebook.com/Borgomeduna


Buona lettura!

mercoledì 30 novembre 2011

Ricordo di Franco Martelli

FRANCO  MARTELLI

Il teologo luterano Dietrich Bonhoeffer (1906 -1945), fiero e pressoché isolato oppositore del nazismo, ci ha lasciato questa terribile osservazione :
“In determinate circostanze gli uomini vengono resi stupidi, ovvero si lasciano rendere tali.  …. Qualsiasi ostentazione esteriore di potenza politica o religiosa che sia, provoca l’istupidimento di una gran parte degli uomini. Sembra anzi che si tratti di una legge socio-psicologica: la potenza dell’uno richiede la stupidità degli altri”.
Il suo ragionare diverso, in una Germania che si identificava pressoché totalmente nel fuhrer, gli costò la morte per impiccagione nel campo di concentramento di Flossemburg, il 9 aprile 1945, pochi giorni prima della fine della guerra.
In quel periodo altri uomini di altri Paesi seppero opporsi all’ istupidimento  e alla paura  a costo della propria vita : tra questi molti partigiani italiani.
Ed è proprio uno di questi che qui voglio ricordare: Franco Martelli che il 27 novembre 1944, pochi mesi prima della Liberazione, venne fucilato dai nazifascisti  a Pordenone: aveva 33 anni e lasciava la moglie e tre figli in giovane età.  Siciliano, militare di carriera era stato destinato alla caserma Mitica di Pordenone dove aveva sede il Saluzzo Cavalleria. Durante la guerra fu destinato alle operazioni militari in Croazia dove probabilmente ebbe occasione di vedere  le atrocità della controguerriglia e dei rastrellamenti delle popolazioni civili da parte dell’esercito italiano alleato dei nazi- fascisti.
Dopo l’otto settembre 1943 che segnò lo spappolamento dell’esercito italiano, rientrò a casa come molti suoi connazionali lasciati senza ordini dai comandi militari e dallo stesso Re Vittorio Emanuele III° fuggito nel sud Italia, al riparo delle truppe alleate.
Raggiunse Pordenone  portando con se la bandiera del Reggimento che, seppellita nel giardino di un conoscente, poté essere salvata e  consegnata dalla vedova nelle mani del Re Umberto II°. Borghese, fedele al giuramento prestato al Re considerato garante e simbolo dell’unità d’Italia, di sentimenti religiosi cattolici e rispettoso delle tradizioni, si schierò con i Partigiani diventando Comandante del ragruppamento  Osoppo ed in seguito, Capo di Stato Maggiore della brigata partigiana unificata Ippolito Nievo B: diede impulso anche  alla Resistenza cittadina dove fece nascere il battaglione “Naonis”.  Era contrario alla violenza fine a se stessa, persuaso che il sangue dei propri uomini andasse risparmiato ed usato generosamente senza esitazioni  solo quando era assolutamente inevitabile o necessario: da rigoroso militare era  convinto che chi combatteva  con onore  poteva essere utile alla causa più da morto che da vivo. Fu il suo destino: scoperta la sua attività clandestina, fu arrestato e condannato a morte.
I tedeschi, riconoscendo il suo valore di militare, gli concessero di comandare il plotone di esecuzione. Morì gridando “Viva l’Italia”.
Franco Martelli è stato indubbiamente uno dei personaggi più limpidi della guerra  di Liberazione a Pordenone. Riposa nel cimitero cittadino tra i benemeriti della città.
Nel cortile della caserma dove fu fucilato contro il muro di cinta del lato nord e dove  dovrebbe finalmente sorgere un luogo della memoria aperto a tutta la cittadinanza, ogni anno si celebra quel 27 novembre alla presenza dei reduci e delle autorità cittadine.
Credo che nella celebrazione dell’unità d’Italia un posto spetti anche ai tanti uomini della Resistenza che, come Franco Martelli, non aspettarono passivamente la liberazione dell’Italia da armi straniere anche se alleate. Un filo ideale li unisce al Risorgimento perché nel periodo storico loro dato,  hanno creduto che gli italiani non dovessero  ricevere ma conquistare la propria libertà, proprio come aveva ammonito Giuseppe  Mazzini .

Benvenuto Sist

Nessun commento: